Malaspina è un romanzo che nasce da un progetto: portare la scrittura dentro le mura della Casa circondariale Don Bosco di Pisa. Lì, per due anni, si è tenuto un corso dal quale è scaturito questo avvincente romanzo. Tutti sanno o tutti vorrebbero sapere. La sparizione della spina di Cristo, che ha ribattezzato la chiesa gotica sul lungarno, ha attratto fino all’esasperazione i detenuti del Don Bosco. Dentro le mura del penitenziario di Pisa gli ospiti, costretti nelle celle, sfruttano la loro ora d’aria per investigare e capire cosa sia successo dentro il tempio che si affaccia sul lungarno. La spina doveva essere lì per l’inaugurazione della mostra dell’artista tedesco, che tanto l’aveva voluta come cornice alle sue barche di cera, ma alla sua apertura il sacrario era vuoto. Giornali e televisioni dicono poco, quel tanto che basta per raggiungere i galeotti e insinuare in loro dubbi e curiosità. Quei pochi fortunati che godono dell’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, che permette agli internati di svolgere un’attività lavorativa fuori dal carcere, impiegano ogni minuto lontano dalle sbarre per conoscere la verità. Qualcuno si avvicina pericolosamente alla realtà delle cose, altri invece rischiano persino di essere implicati nel fatto. Tutti colpevoli e tutti innocenti in una vicenda più che intricata. Una dicotomia che attanaglia l’intero penitenziario che riesce persino a intrecciare il mondo esterno, quello degli uomini e donne liberi.; Il romanzo collettivo, curato da Antonia Casini e Michele Bulzomì, è impreziosito dalle delicate illustrazioni di Michele Bulzomì. Il progetto ha ricevuto il patrocinio di Comune di Pisa, Unione Camere Penali Italiane, Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Pisa.
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