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Non siamo puri spiriti. Siamo corpi che abitano uno spazio, e il modo in cui lo abitiamo riflette ed esprime il nostro essere, le sue qualità e le sue patologie. I protagonisti di questi nove racconti hanno, in diverse forme, un rapporto particolare con il proprio spazio vitale, che definisce la loro esistenza come un appuntamento mancato, un’attesa inutile in una terra di nessuno per una realizzazione e una gioia che hanno dichiarato perpetua indisponibilità. Sono piccole tragedie quotidiane, in cui talvolta la casa soffoca e opprime i suoi abitanti, talaltra s’impone precisamente attraverso la sua assenza (una delle manifestazioni più intense di presenza, avrebbe detto Sartre).

Ermanno Bencivenga

Ermanno Bencivenga è professore ordinario di filosofia presso l’Università di California; logico di fama, ha dato importanti contributi alla filosofia del linguaggio, alla filosofia morale e alla storia della filosofia. In Oltre la tolleranza, Manifesto per un mondo senza lavoro e Parole che contano ha elaborato un’utopia politica. Per il grande pubblico ha scritto (fra l’altro) La filosofia in sessantadue favole e Il bene e il bello: etica dell’immagine. È autore delle raccolte di racconti I delitti della logica e Case, di cinque raccolte di poesie (l’ultima è Le parole della notte) e della tragedia Abramo. Ha fondato e diretto per trent’anni (fino al 2011) la rivista internazionale di filosofia «Topoi». Collabora al quotidiano «Il Sole-24 Ore». Per MdS Editore ha scritto un testo nell’antologia Favolare e Gabbie e pubblicato Il giorno in cui non tornarono i conti.

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